1982 - ATANASIO GIUSEPPE ELIA, PITTORE

 

 

        La rassegna che presentiamo è frutto di un proficuo ventennio di ricerca e sperimentazione che, è onesto dirlo, ha tenuto gli occhi e il gusto rivolti verso quei traguardi di culturali insegnamenti, che i mezzi di diffusione lasciano trasparire da ogni lembo di convivenza del mondo in cammino e che, ogni due anni si ritrova a Venezia, nella più antica e innovatrice rassegna d'arte di tutto il mondo, dove, chi sente i problemi dell'arte va a dissetarsi immergendosi in quegli scambi culturali indispensabili ad una estetica, proprio, che si rinnova con l'evolversi del tempo.
Elia, che accortamente mantiene nel nisseno, suo habitat di adozione oggi, frequenti contatti con tutte le energie culturali affermate ed in fermento, ed in modo particolare coi pittori e scultori propriamente nisseni, come il veterano S. Randazzo e i più giovani ed evolutivi, L. Viviano, O. Carnicelli ed altri, ha operato il suo interiore approfondimento attestato a quei mutamenti che sono avvenuti nella inquietante irrequietezza dei tempi, che hanno stimolato la sua visione pittorica orientandola vieppiù verso una spazialità cromatica e luministica al passo col rinnovarsi delle tecniche e delle materie che vanno introducendosi, di necessità anche, nel mondo dell'arte in crescente espansione innovativa.
          Pittura e grafica di Elia di questi ultimi anni, rispecchiano l'evolversi del gusto trasceso da una sensibilità arsa dalla volontà di cogliere e raffigurare aspetti innovativi che non nascondano, non solo la dinamica del tempo ma, quel che più conta, le esigenza reali di una civiltà che cerca di realizzare, ritrovandovisi, le istanze del particolare momento che stiamo attraversando, come testimonianza soprattutto, di un'epoca, che nell'arte vuole manifestare quelle inquietudini dell'incerto domani aggredito da timori universalmente avvertiti: liberare anche l'arte dal farraginoso groviglio di metallici fragori che ci agghiacciano e terrificano e più congiuntamente ci spaventano, esposti come siamo allo spappolarsi del cosmo, che una umanistica cultura della arti visive soprattutto, potrebbe anche allontanare e scongiurare, disperdendo i termini micidiali.
        Risveglio dunque di spaziale trasumanare coloristico, sacre di luminismo fantasmagorico evidenziate queste, insieme, da serene stesure di azzurri che sopravvengono alle nubi che vorrebbero addensarsi sulla pacifica umana convivenza.
         Lasciare trasparire, attraverso la luminosità e purezza del colore, quella solidale convivenza sociale a cui tutti vorremmo dissetarci per l'oggi ed il domani della specie, che tramandiamo per vivere e non, non per perire. Aria, luce, colore, atmosferici slargamenti di sereni orizzonti che fugano le tempeste ed addensano sconfinate fughe di cieli di pacate luminescenze, pace che potremmo intravvedere nelle sterminate, proprio, inarcature di arcobaleni che traiettorie che scorci di energia universa percorrono il cosmo come a diffondere una o la lieta novella di perpetua pace universale, che la sola presenza dell'uomo minaccia.
         Questo ci sembra il traguardo che vuole raggiungere e conquistare il mondo pittorico di Elia sintonizzato vocazionalmente con l'avvenire di che nel lavoro e nella pace e giustizia vede il solo traguardo da perseguire raggiungere e superare. Non è a caso il bando della figura umana pervertitrice di ... TUTTO o, perversione di ogni bene.
         Sono molte le opere esposte la cui tematica ingloba termini pacifici proprio nella serenità dello spazio percorso da vaste zone coloristiche, opere che placano la perversione del reale tendente ad aggrovigliare lo spazio percorribile all'incedere dell'umanità, che si vorrebbe non più fatale ma decisamente stabile come traguardo di pacifici ed affratellanti estremi che non divergono ma si ricongiungono percorsa la traiettoria della vita adagiata nel realizzarsi di una eterna convivenza sociale. Basta, pare vogliamo anticipare, certe serene e serenatrici spazialità colorate di ...pacifici balenii di echi divini, con l'angoscia e le ansie di precipitare nel profondo buio del nulla. Aria, luce, atmosfera, raggiare di eterne bellezze manifestate dalla vitalità iridica del colore che in Elia è linfa distillata, irraggiare di ...nettare celeste.
         E queste e quelle inframmettenze, che qua e là lacerano, turbandoli, i vasti orizzonti tonali o distese olimpicità pur se anche equilibri compositivi della struttura del dipinto, sono ingorghi dello spirito che Elia vorrebbe, soffiate da un impetuoso Eolo pari al botticelliano che soffia su Venere sorgente dalle spume del mare, per detergerla dalle impurità marine e dall'originale peccato anche, per purificare serenità ed equilibri dello spazio abitativo, che l'artista ci lascia intravvedere attraverso lo spazio luminescente dell'iridata tavolozza. Se ci dilunghiamo poi sulle energie che sfrecciano, lacerandolo, lo spazio concesso al transito dell'umana psiche, finiremo con l'andare ad urtare, proprio, nel « Diluvio » Leonardesco. E da Elia a Leonardo il passo ci sembra più che ardito.
         Abbiamo persino il timore che sfugga al suo autore l'inconscio, l'anelito di spazi di riposo o distensivi, che manifesta con l'insorgere più che spontaneo dello stratificarsi delle zone cromatiche rilassate e distese della sua giacobica scala di colorato sinfonismo musicale, contrapposto, proprio, al farraginoso groviglio di insolvenze etiche che ottenebrano mente e spirito umano di questo momento di vuota transitorietà.
         Questi manifesti, « tra sogno e realtà », sono più che realtà pittorica luministica e tonale, ansia di leopardiani sereni dopo la tempesta, aneliti di quiete; e, il pittore, inconscio spettatore di se stesso, della sua irrefrenabile manualità, non ha forse saputo scorgere il suo vero temperamento, la sua pacata vocazione e le ansie di universa conciliante concordia. E pittoricamente diverge e si trova ... a seguire il volo della « colomba » di Picasso in cerca di spazi sgombri da foschi orizzonti, inconsapevole delle operanti suggestioni che possano farlo caracollare da Pevsner e Calder a Pignon e Mirò e ... perché no?, da Chagal a Cubin ( caratteristica e indicativa « La nascita della perla »), e persino ad Hartung, col bene di inventario, si intende. Quel che conta è che non abbia accolto passivamente la suggestiva inconscia lezione, ma che abbia umettato tali suggerimenti revisionati sino alla suggestiva trascendenza. Se no, tutto sarebbe andato a ...disintegrarsi, a disperdersi. Ma, quanto olimpiche deità ci ha fatto detronizzare questo ...biblico Elia, un po' nostra creatura anche, se non in campo pittorico, in quello etico formativo certo sì.
          Il resto, e tutto il rimanente, lasciamolo al sereno e sempre ponderato, attinente giudizio degli astanti. Se no, che cosa resterebbe alla valutazione dei più, non sempre, come fingono di sostenere, sprovvisti di ... cose d'arte?

 

Alfredo Entità

Presentazione a mostra personale di Atanasio Giuseppe Elia
Hotel Diprima, Caltanissetta dal 18 al 31 settembre 1982
Ente Provinciale per il Turismo Caltanissetta