1960 - LE MOSTRE DI PITTURA A ZAFFERANA ETNEA E ACICASTELLO E LA "PERIPATETICA" DI MASCALUCIA

 

 

Agosto e Settembre sono stati mesi, per la nostra città, veramente intensi di manifestazioni d'arte. E' pur vero che le tre competizioni si sono svolte fuori, decentrate dall'urbe, ma gli artisti che in diverso modo vi hanno partecipato sono sempre quelli che vanno sotto la denominazione di « catanesi ».
Zafferana Etnea, Mascalcia, Acicastello. Tre mostre frammentarie, eterogenee, prive cioè di quella omogeneità e del totale concorso del nostro folto gruppo di artisti migliori. E non si sa, starei per dire, perché in ciascuna, se sono mancati tanti dei migliori, per contro ( o del pari ) non sono mancati tanti dei peggiori, i mediocri, coloro che giovano più a discreditare una manifestazione che a darle lustro e decoro.
Difficile amalgamare tutti e più difficile ancora convincere coloro che promuovono o organizzano, a fare una seria e rigorosa selezione. Come si fa ad escludere il tale pittore o scultore od incisore, a suo dire « bravo », « capace », « arrivato » più di quello o di quell'altro? E così via con tutti, dal migliore al peggiore, difficile convincerli che è bene non partecipare a questa o quell'altra manifestazione perché si vorrebbe nettamente curare la tale tendenza e il tale aspetto dell'arte. C'é da farseli nemici tutti, da sfidare le ire di tutti. Ed allora? Allora non resta che avere il coraggio di escluderli, di fare una selezione, restringendo una manifestazione anche ad un gruppo esiguo, pur di riuscire a fare una buona mostra.
Ebbene: non una di queste tre manifestazioni può annoverarsi tra le buone mostre. Se si giustifica a Mascalcia, col suo carattere di provvisorietà o maratona, non si giustificano Zafferana e Accastello. Metà, almeno metà degli artisti presenti nelle due rassegne, sarebbero dovuti restare fuori. La mediocrità ha soverchiato sia nell'una che nell'altra, mentre opportuno sarebbe stato estrometterla, per evitare che il pubblico denaro andasse alla malora. A Zafferana, ad esempio, da un esponente politico, è stato acquistato un pupo che non fa certo onore alla scelta e quindi alla preparazione in arte di quel signore. E fosse stato il solo acquisto mal fatto!
Zafferana ha riunito i nomi di Ilda Agnini, Pippo Aleo, Giovanni Alicò, Enia Amoroso, Bianca Maria Brancati, Giovanni Busà, Michele Casaburi, Archimede Cirinnà, Francesco Contraffatto, Carmelo Comes, Nino Cordio, Tino Costa, Luigi Costanzo, Giovanni Cristaldi, Gemma D'Amico Flugi d'Aspermont, Emanuele Di Giovanni, Saro Esterni, Giuseppe Fichera, Salvatore Incorpora, Gaetano La Licata, Gaetano Longo, Vincenzo Marano, Santi Marchese, Carmelo Mendola, Sebastiano Milluzzo, Carmelo Molino, Salvo Monica, Francesco Patanè, Giuseppe Raciti, Francesco Ranno, Stefano Rapisardi, Roberto Rimini, Elio Romano, Eugenio Russo, Santa Sciacca, Nunzio Sciavarrello, Paolo Scirpa, Carmelo Signorelli, Francesco Sgroi, Giuseppe Spampanato, Pippo Tomaselli, Michele Torrisi Cacia, Luciano Tracia, Rosario Tricomi, Gaetano Trovato, Tano Vasta, Liliana Zappalà.
Ma chi è dei cultori d'arte che non senta, che non sappia, che non veda che tanti di coloro che sgomitano per cacciarsi in mezzo ad artisti come Romano, Milluzzo, Longo, Russo, G. D'Amico, Mendola, Molino, Scirpa, Alicò ed altri ancora, non fanno che smascherare la loro insufficienza o quanto meno la loro arretratezza? Alcuni, tanti, raggruppati diversamente non sfigurerebbero, starebbero forse a loro agio standosene gomito a gomito con artisti della loro tendenza. Ma un pittore o scultore appollaiato nelle ultime propaggini dell'Ottocento o un altro che presume starsene coi grandi classici, non farebbe meglio a non accostarsi, per esempio alle orgie coloristiche e allo sciupio direi persino di colore di una Liliana Zappalà o anche di una Enia Amoroso e Ilda Agnini, che tanta, tanta vitalità riescono spesso a dare colore pur nel loro impeto giovanile? Perché, ad esempio, in nessuna di queste mostre figura Mara Bartoli, sensibile artefice di un suo mondo? E l'Anelli? E altre giovani promesse ancora, perché non invitate? E perché non spianare anche la via a Stefania Montalbano che certamente promette cose migliori? Ed Emilia Tuttobene, Ileana Mendola, Enzo Comes e tanti, Tanti altri ancora, specie giovani, perché non sono stati invitati al posto di artisti maturi e arrivati in un loro mondo che non è illogico acclimatare con tutto quanto è allineato col momento presente?
Ciò che va di mezzo, è quella tale educazione, formazione che vorrebbe inculcarsi nel gran pubblico che invece resta vieppiù disorientato ed invece di accostarsi all'arte se ne allontana, diserta mostre, non ama la pittura, non sente il bisogno di nobilitare la propria casa con un dipinto o altro.
Mostre selezionate per tendenze avrebbero il merito di richiamare o formare gente di un dato gusto e di accostarla a quella tendenza, a quel clima, a quell'autore.
Chi non sa che Roberto Rimini ha un suo pubblico? E' un pubblico educato alla pittura, al mondo, allo spirito dell'arte di Rimini, e va a visitarlo in modo particolare nelle sue personali e acquista i suoi dipinti. Perché ad esempio non riunire mostre di pittori di determinate leve, così come oggi nella canzone si fa con gli « urlatori », che costituiscono pertanto gruppo a sé?
Queste ed altre considerazioni da mettere in pratica, credo porterebbero un poco d'ordine nell'ambito delle belle arti catanesi. E anche quando si trattasse di sindacati obbligati a far questo o quell'altro potrebbero, a mio avviso, disciplinare ugualmente la materia, aggruppandola per tendenza.
La Mostra di Aciastello inauguratasi con l'intervento del Presidente della Regione Siciliana, dell'on. Vito Scalia e dell'on. Claudio Majorana sindaco di Aciastello, del prefetto dott. Pietro Rizzo e di tante altre personalità oltre a numeroso concorso di pubblico ha, a mio avviso, determinato della confusione proprio per gli artisti che vi erano riuniti. Non sono mancati discorsi di occasione, tutti elogiativi, esaltazione dell'arte dei nostri grandi artisti...tutti indistintamente, dilettanti e bravi professionisti, e quindi confusione su confusione. Poi la corsa a mostrare alle autorità le proprie cose, senza che una persona davvero competente illustrasse la mostra e dicesse pane al pane e vino al vino.
Questa mostra ha avuto tante astensioni, mentre molti non erano stati invitati. Perché mostra di sindacato? Ma non vi figurano artisti che nulla, per diverse ragioni, hanno a che fare col sindacato? Sono assenti ( faccio solo i nomi che ricordo ): Ilda Agnini, Gaetano Longo, Sebastiano Milluzzo, Nino Cordio, Eugenio Russo, Salvatore Rapisarda, Pippo Consoli, Emilia Tuttobene, Enzo Comes, Carmelo Mendola, Ileana Mendola, Francesco Sgroi, Pippo Giuffrida, M.M. Lazzaro, Mimmo Tudisco, Gaetano Vasta, Francesco Patanè, Francesco Cardile, Mara Bartoli... e chi sa quanti altri ancora.
In questa mostra figurano: P. Aleo, G. Alicò, E. Amoroso, E. Ricamo Bellingeri, B M. Brancato, G. Busà, D. Caruso, G. Cilio, A. Cirinnà, C. Comes, F. Contraffatto, T. Costa, L.Costanzo, G. D'Amico, F. Fichera, R. Florio Prestipino, S. Incorpora, G. La Licata, E. Maganuco, V. Marano, S. Marchesi, C. Molino, S. Quattrocchi, A. Pandolfini, F. Ranno, F. Reitano, R. Rimini, E. Romano, N. Sciavarrello, V. Sfilio, N. Spadaccini, P. Tomaselli, M. Torrisi Cacia, R. Tricomi, Gaetano Trovato, L. Zappalà.
Una più coraggiosa selezione di questa mostra avrebbe potuto dare diverso risultato, perché non vi è chi non possa vedere che vi sono cose non notate tra coloro che sono da considerare giovani o nuovi in queste mostre, i progressi fatti da Reitano, le squisite incisioni di E. Bellingeri Ricamo, la bella figura della Pandolfini, le barche di Ranno, la ragazza con fiore di Tomaselli, e via ancora? Da notare che di buone opere ve ne sono tante, mentre la non partecipazione di alcuni avrebbe tenuta in tono più alto la mostra.
Mascalcia, col suo carattere di improvvisazione, ha portato un certo fermento tra gli artisti. Ma non sarebbe meglio in futuro limitare la partecipazione ad un gruppo davvero provato, capace di fare buone cose in questa estemporanea prova di capacità?

 

Alen ( pseudonimo di Alfredo Entità )


pubblicato su " CROGIUOLO " Trimestrale di Lettere Arti e Attualità, EDIZIONI TERMINELLA CATANIA; n. Luglio-Settembre 1960